Cesare Pavese e il tormento del «qualcos’altro»

Posted on September 20, 2008. Filed under: news italia | Tags: , , , , , |

Cent’anni fa nasceva, a Santo Stefano Belbo, Cesare Pavese. Morto a soli quarantadue anni, in una stanza dell’albergo «Roma» di Torino, Pavese è stato per molti anni il fantoccio di una cultura piccola e provinciale, che ne ha fatto l’emblema di una retorica non sua. Col risultato di rimanere, sostanzialmente, uno scrittore sconosciuto. C’è chi, in anni più vicini a noi, ne ha biasimato l’incertezza come costruttore di edifici narrativi, fino a proporre divisioni sospette tra lo «scrittore» (spesso incompiuto) e l’«uomo» – astrazione suprema di chi non sta capendo. Ma cent’anni possono essere utili: sia a dissipare, almeno in parte, la protervia di chi vuole imporre le proprie chiavi di lettura, sia a rimettere il lettore volonteroso davanti a una grandezza che non ha bisogno di essere dimostrata.Cesare Pavese è stato uno dei più grandi scrittori, non solo italiani, del Novecento. Lo è stato innanzitutto per la sua scrittura: non elegante, non ben fatta, spinta sul limite dell’assenza di stile, del grado zero. Pavese non usò la letteratura per creare mondi fittizi, ma per mettersi a nudo, per scavare dentro di sé in modo umile e obbediente, col badile. Se le biografie ufficiali degli anni plumbei (che precedettero quelli di piombo) ce lo disegnano compostamente, laicamente ritirato nella sua morte perfettamente orizzontale, la sua opera è tutta divorata da un’imminenza che fu l’ansia, il tormento del grande scrittore.

Fonte: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=291827

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Agoni e lavarelli il buono del Lario finisce in tavola

Posted on August 23, 2008. Filed under: news web site | Tags: , , , , , , , , |

Ad Abbadia Lariana (Lecco), il pesce di lago è il protagonista della vita del pescatore professionista Flavio Valassi in via ai Mulini 9/D, telefono 0341.733416, che è un maestro di sci d’inverno, ma anche un esperto con le reti lungo la costa lecchese del lago da primavera fino alla prima neve. Gli agoni, i lavarelli e persino i persici non mancano mai sulle tavole dei suoi affezionati clienti, ristoranti della zona che acquistano da lui il pesce fresco, come anche i clienti privati. La preparazione tipica sono i missoltitt, agoni messi a seccare al sole come le aringhe in riva al lago, poi sotto sale e poi pressati, una volta in barattoli di legno, oggi, invece nelle moderne scatole di alluminio. Questa rarità, ormai, è prodotta solo da pochi pescatori in tutto il Lario. Tra le altre specialità, il lavarello affumicato, o coregone, pesce tipico della zona. La moglie lo aiuta e contribuisce al lavoro del marito, ma restando a terra, per pulire il pesce e sfilettarlo.

Fonte: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=284920

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